Silenziosissimi ed esenti da emissioni, i nuovi telescopici Merlo full electric “e-Worker 25.5-60” e “25.5-90” aprono nuove frontiere nel settore delle movimentazioni agricole, in particolare quelle sviluppate in ambienti chiusi.
L’esordio nel 2011, in occasione di Samoter, fiera veronese della cantieristica. Grazie alla sua storica e costante ansia di ricerca e sperimentazione, il gruppo Merlo fa esordire “Panoramic 41.7 Hybrid”, un sollevatore ibrido sviluppato in collaborazione con il Politecnico di Torino in grado di combinare due fonti di energia, una termica generata da un Kubota e una elettrica indotta da un motore a magneti permanenti. Gestiti da un microprocessore, i due vettori potevano operare in singolo o in coppia per una potenza complessiva di circa 135 cavalli che un sistema elettronico provvedeva a modulare in base allo stato funzionale della macchina.
Nel 2014 il bis, nel senso che le esperienze maturate su “Panoramic 41.7 Hybrid” portano il gruppo Merlo a lanciare “Turbofarmer 40.7 Hybrid”, il primo sollevatore telescopico agricolo azionato da un power train ibrido. Anche in questo caso le possibilità di funzionamento erano molteplici e fra queste non mancava quella di operare in modalità full electric, cioè attingendo energia dalle batterie di bordo, agli ioni di litio e forti di una capacità di 30 chilowatt/ora. Rispetto a “Panoramic” il motore era ridotto di cilindrata per contenere i consumi, inferiori fino al trenta per cento rispetto a un sollevatore tradizionale di pari prestazioni, e le emissioni, obiettivi perseguiti anche giovandosi di un software che metteva in standby l’unità termica durante le fasi di basso carico o basso regime.
Presente anche il sistema di recupero dell’energia durante le fasi passive del lavoro e la possibilità di fruire dell’energia di rete per operare in ambienti chiusi in modalità solo elettrica. Due anni dopo, nel 2016, Merlo si ripetette ancora in occasione di Bauma, fiera tedesca della cantieristica, con “Roto 45.35 S Hybrid”, versione progettualmente definitiva del prototipo proposto nel 2011, ma molto più prestazionale alla luce di una capacità di sollevamento massima di 45 quintali e un’altezza di lavoro di quasi 35 metri.
Esordio full electric nel 2019
Con tale macchina il Gruppo piemontese dimostrò che è possibile dar luogo a performance degne di un vero sollevatore telescopico anche con sistemi di propulsione alternativi a quelli termici, ibridi appunto o full electric, con questi ultimi che esordirono nel 2019 ad Hannover, in occasione di Agritechnica quali equipaggiamenti di base dei prototipi “e-Worker 25.5-60” ed “e-Worker 25.5-90”, i primi sollevatori elettrici destinati al comparto agricolo.
Le macchine sorpresero il settore e riproposero Merlo quale punto di riferimento tecnologico del comparto, leadership che però nel caso specifico non è rimasta confinata a livello di ricerca e sviluppo ma si è subito riflessa sulla produzioni con le versioni definitive dei due “e-Worker”, macchine orientate alle aziende agricole e zootecniche che vedono le loro attività svolgersi spesso in ambienti chiusi quali, per esempio, stalle, magazzini, capannoni o, nel caso delle aziende vitivinicole, ambienti sotterranei. I due mezzi vantano prestazioni omologhe in termini di portate, 25 quintali, e altezze di lavoro, al limite dei cinque metri.
Il 90 cavalli è 4×4
Si differenziano però fra loro per le potenze dei motori, 44 e 66 chilowatt equivalenti a 60 e 90 cavalli per meglio assecondare i rispettivi powertrain che nel caso della macchina di maggior potenza agiscono su entrambi gli assi, dando luogo a un sistema di trazione di tipo integrale. La propulsione è in ogni caso assicurata da motori elettrici dedicati, uno per ruota, pilotati per via vettoriale da una specifica centralina, la stessa che provvede anche a controllare gli eventuali slittamenti delle ruote in un’ottica di motricità. Così concepiti e forti di luci libere da 25 centimetri, i due sollevatori possono operare anche sui terreni più viscido o cedevoli risultando a tutti gli effetti dei veri sollevatori agricoli nonostante non dispongano di sistemi di sterzo integrali.
Dirigono le ruote posteriori
Le manovre sono in effetti delegate al solo ponte posteriore ma dato che gli angoli di volta delle ruote arrivano a sfiorare i 90 gradi la maneggevolezza è totale e le macchine possono quasi ruotare su sé stesse. Merlo non ha diramato dati circa la capacità delle batterie né la loro natura, ma ha assicurato un’autonomia di lavoro di otto, tempi di ricarica di nove ore con possibilità di sostituzione rapide delle batterie e una velocità su strada dell’ordine dei 22 chilometri/ora con possibilità di traino di rimorchi agricoli.
Massimo comfort
Anche sui nuovi “e-Worker 25.5-60” ed “e-Worker 25.5-90” il gruppo Merlo molto ha lavorato per assicurare agli operatori il massimo comfort. Nonostante le due macchine siano silenziose di loro, le cabine sono in effetti insonorizzate come quelle dei sollevatori tradizionali, mezzi con cui condividono anche le omologazioni rops-fops i principi di climatizzazione e gli assetti di guida.
La sicurezza è delegata a un sistema di controllo della stabilità né manca la possibilità di cambiare rapidamente le attrezzature grazie alla presenza sulla zattera anteriore del sistema “Tac-Lock”, pilotabile dalla cabina. Il controllo dei parametri di lavoro è delegato a un cruscotto digitale mentre la direzionalità gestibili mediante una leva di inversione posta lato volante e quindi azionabile con la stessa mano che gestisce lo sterzo. L’altra opera invece su un joystick multifunzione e proporzionale che controlla avanzamenti, velocità, sfili e brandeggi. Presente ovviamente una botola trasparente a tetto per favorire la visibilità verso l’alto.
A prova di tir
I sollevatori elettrici Merlo possono alzare gli snodi dei loro bracci fino a quasi cinque metri di altezza, prestazione che permette loro di effettuare senza problemi anche il carico di eventuali sfusi su veicoli commerciali a sponde alte. A tali attività guardano le numerose benne proposte quali attrezzature originali Merlo, una gamma di mezzi statici o attivi che permette di far fronte praticamente a tutte le attività tipiche di un’azienda agricola o zootecnica, dalle movimentazioni, alle manutenzioni passando anche per i lavori in quota, attuabili mediante specifiche navicelle installabili mediante un sistema opzionale.
I punti di forza
Compattezza. Lunghi meno di due metri, alti uguale larghi poco più di un metro e mezzo i due “e-Worker” possono accedere a qualsiasi struttura.
Manovrabilità. Le macchine sono in grado di girare quasi su se stesse e in manovra è possibile mantenere il carico all’interno degli ingombri della macchina.
Economicità. Oltre al molto più contenuto costo dell’energia elettrica rispetto al gasolio, giocano a favore dei due sollevatori anche le loro minime esigenze di manutenzione, praticamente ridotte a zero in termini di filtri, cartucce, lubrificanti e verifiche.
Prestazioni. Le caratteristiche di erogazioni dei motori elettrici e la possibilità di disporre delle massime coppie a bassissimi regimo permettono prestazioni superiori a quelle ipotizzabili guardando alle sole potenze massime. Non a caso sono affrontabili anche pendenze dell’ordine del 40 per cento.
Comfort. Si lavora in un ambiente ovattato, avulso da vibrazioni e ben climatizzato.